mercoledì, luglio 08, 2015

Gamba d’oro 2015 - Momo

10:21 PM 7

Ore 06:30 a.m. : mentre colaziono fisso il calendario GDO. Stasera tappa di Momo, come posso saltarla? Ci penso tutto il giorno, poi, esattamente 12 ore dopo decido di sbalzare l’allenamento in favore della gara. Ultimamente non mi sto ammazzando di fatica, anzi, mi godo la corsa per quello che è, ovvero il mio modo preferito per rilassarmi. Chissà se potrò comportarmi dignitosamente… ma alla fine chissenefrega; ho la voglia di correre quindi ho tutto quello che mi possa servire.

Non arrivo in ritardo, ma nemmeno con sufficiente anticipo per il riscaldamento. Corsetta per tornare alla macchina dove recupero i 2€ che avevo dimenticato e via ad iscrivermi, sperando non mi facciano la multa dato che la Fiesta rimane ad attendermi in un parcheggio riservato ai condomini. Qualche scambio di battute con i volti ormai noti ed è già ora di schierarsi. Alla partenza mi imbatto in Rino… strano correre con il proprio allenatore di secoli fa’!!! Affianco la ragazza che mi aveva preceduto a Caltignaga. 6 5 4 3 2 1 … partiti! Il rumore delle scarpe di 350 concorrenti che battono sull’asfalto è musica per le mie orecchie! Uno dei ricordi della gamba d’oro che mi rimarranno per sempre impressi e che richiamano nella mia mente la sensazione dell’ansia che provo quando inizia una gara ma allo stesso tempo la gioia per essere lì a provarci ancora.

Dopo il primo tratto sull’asfalto, il gruppone si riversa nella campagna momese. Il clima torrido degli ultimi giorni ha asciugato completamente la terra quindi, chi mi precede, solleva una quantità di polvere da far invidia ai piloti del Dakar rally. Nel passaggio al primo km registro un 4’19”. La mia vicina alla partenza, maglia fucsia, mi dà qualche metro, insieme ad una tipa con la canotta blu e ad un’altra che porta il proprio nome sulla schiena. Non mi lascio tentare, la gara è lunga, decido di non esagerare, per lo meno, non da subito. Il terzetto ha un passo leggero che non lascia trasparire alcun segno della fatica. Io, ehm, sono tutt’altra cosa, più un trattore che un fenicottero! Al secondo km supero una ragazza che non avevo visto essere davanti al gruppo di testa, tanto meglio, una in meno. Arrivati a metà del percorso, come preannunciato dallo speaker alla partenza, ecco il ristoro. Afferro una bottiglietta d’acqua e me la butto addosso, un po’ in testa e in parte sulla maglia, bagnandomi solo leggermente le labbra. Stanchezza a parte, riesco a centrare il cestino con la bottiglia. Siamo in un tratto di percorso tecnico che affatica polpacci e soprattutto caviglie, poi per fortuna ci si ributta in una stradina di campagna. Qui riprendo una delle ragazze del gruppetto di testa. Al quarto km però sale una tipa da dietro e iniziamo a darci bagarre. Tra tira e molla arriviamo all’ultimo chilometro. Tra il quinto e il sesto mi sento abbastanza stanca, ma felice. Vedo la maglia fucsia ad un centinaio di metri, tra me e lei… La canotta blu! Vorrei prenderla, per lo meno provarci. Mi avvicino, la tipa con cui sto battagliando non mi dà tregua, sale anche lei. Sono affaticata, ho sete e caldo, ma all’improvviso… ecco l’asfalto! Un leggero tratto in salita mi rende più aggressiva e con chissà quale forza riesco a cambiare. Volata finale, mi sembra di essere leggera… e senza sforzo aumento le falcate. Negli ultimi 100 metri guadagno ben 6 posizioni nella classifica generale superando la ragazza in blu e mettendo definitivamente la parola fine alla battaglia con la tipa che per ben due chilometri non mi aveva dato tregua. Al traguardo giungo 68-esima. Seconda tra le donne! Felicissima!!!! Cerco di stare in fila per la consegna del cartellino ma tra caldo e stanchezza la testa mi gira tantissimo. Solo al ristoro mi ricordo di arrestare il gps. Nonostante tutto, segna un 4’48” di media al km.

Nessuna premiazione, nemmeno la lettura della classifica. Vengono menzionati i primi di qualsiasi categoria, dal gruppo alpini, al primo avisino, al primo momese…. Nessun accenno ai vincitori della gara, no, avete capito bene, nemmeno ai primi.

Uffi, io ero già pronta con il mio cellulare per registrare il momento fatidico  in cui avrebbero letto il mio nome…. Vabbhè mi consolo, ritorno all’area ristoro, mi mangio il quarto panino con la nutella e vado a recuperare la Fiesta che fedele mi ha aspettata al parcheggio. Niente multa, almeno questo!