Traendo spunto da un post della Sere, eccomi a commentare i tristissimi giardinetti di Bellinzago.
Per me, il parchetto per antonomasia è quello collocato tra le scuole elementari e le medie. Il motivo è semplice: si trova ‘in centro paese, è il più grande e, complice la posizione quello più frequentato. Forse è addirittura quello messo meglio. Da dove iniziare con le critiche? Mi riesce meglio elencarle per punti:
1. Ogni tanto sparisce qualche gioco e non viene più rimpiazzato. La scusa adottata è: ‘costa di più riparare che sostituire’ e allora perchè le altalene sono state del tutto eliminate? Ecco cosa rimane dell’area a loro dedicata.
Lo stesso vale per un vecchio scivolo che la scorsa estate è stato ritenuto pericolante. Dopo essere stato isolato tramite nastro bianco e rosso, nei mesi successivi ci ha tristemente lasciati. Rimangono quindi ben pochi giochi le cui condizioni sono a volte precarie. Ogni elemento è caratterizzato da scritte tutt’altro che decorative,
2. L’area è totalmente incustodita, nonchè priva di recinzione. Il buon mantenimento della pulizia del parco è lasciato all’educazione degli utenti, e qui si apre un libro.
3. Conseguenza del punto 2. Prima di sguinzagliare i mostri è bene verificare che in giro non vi siano vetri di bottiglia e simili piuttosto che i segni di passaggio di qualche cane; anche quest’argomento meriterebbe un volume a parte.
4. Sui giochi è riportata la fascia d’età per il loro utilizzo ma nessuno sembra farci caso.
5. L’utilizzo dello scivolo non è chiaro a tutti: la conseguenza è che spesso i più piccoli rischiano di essere travolti. Non parliamo del fatto che sabato scorso un bambino sugli 8 anni dominava il parco dal tetto dello scivolo. Ma i genitori dove sono in questi casi?Salvo l’area verde vicino alla fontana, almeno quella è curata.
Io ho il giardino ma a volte penso sia bene portare il Vale al parco per permettergli di giocare con bambini che non conosce. 10 minuti di permanenza e ho già voglia di tornare a casa. Per fortuna ogni tanto c’è qualche genitore che porta un pallone e raduna i bambini. Preferisco decisamente portare il Vale a Oleggio: il parco Beldì è decisamente di un altro livello. In mancanza di qualcosa di meglio… ce ne torniamo a casa in bicicletta.
Salita che porta dal cimitero della Badia (ormai sconsacrato)all’ingresso della casa di caccia
In primo piano le mura dell’antica abbazia. In lontananza, il campanile della chiesa.
Ecco come appare la Badia vista dal cimitero
La Badia di Dulzago, dedicata a San Giulio prete .
Il centro religioso venne fondato dai canonici regolari nei primi anni del XII secolo.
Ecco l’arco che ci conduce all’interno delle mura