Temporale estivo
Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera,
c'è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera,
ed è per la precisione quando,
per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine,
una vera collezione di casi,
quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera,
inopinatamente, piove.
C'è il sole, il sole della sera, e piove.
Quello è il massimo.
E non c'è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall'ansia,
che di fronte a un'assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un'irrefrenabile voglia di ridere.
Poi magari non ride veramente,
ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente,
riuscirebbe a ridere.
Perché è come una colossale e universale gag,
perfetta e irresistibile.
Una cosa da non crederci.
Perfino l'acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull'orizzonte,
non sembra neanche acqua vera.
Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata.
Per dire.
Comunque acqua non regolamentare.
Tutt'una generale e spettacolare eccezione alle regole,
una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica.
Un'emozione.
Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere, certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite:
esserci,
quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera,
inopinatamente, piove.
Almeno una volta, esserci.
Da ‘Castelli di rabbia’ di Alessandro Baricco.
Foto scattate questa sera dal mio balcone.