martedì, agosto 06, 2019

Con le mani nella marmellata

A furia di sentire un collega ripetere la parola "marmellata" riferendosi a dei contenitori che aveva sulla scrivania, mi è venuta voglia di confetture, anche perché io alla merenda a sorpresa ci avevo creduto davvero. Poco male, è stata l'occasione per provare a farla. Il procedimento è molto semplice, la parte noiosa arriva quando devi sterilizzare i vasetti. Essendo una novizia di queste procedure, ho seguito pedissequamente ogni consiglio, avendo cura di attendere che i contenitori asciugassero.
Appena ho messo la frutta sul fuoco, si è sprigionato un odore particolare che mi ha portato alla memoria una marea di ricordi. Quel profumo tanto detestato era stato rimosso dalla mia mente ma in un attimo ho ripensato a mia nonna che in estate preparava la marmellata 'par mia zarté' la frutta al limite della maturazione. Il tutto padrona del procedimento, rigorosamente in quantità industriali e con tempi biblici. Io, tablet alla mano, non sono così sgamata ma quando mi sono ustionata la lingua nel tentativo di un assaggio, ho capito si essere sulla strada giusta; anche questo faceva parte della vera ricetta. Riassumo in un paio di immagini tutti i passaggi.


Dato che la confettura di prugne è stata un successo, stasera si passa alle pesche. Ripensandoci l'odore non è poi così malaccio...

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