Il libro di questo fine settimana, ‘Mio padre è nato per i piedi’.
Sembra di vedere Giulia che a tre anni, con il triciclo, percorre
avanti e indietro i portici di Concordia sul Secchia mentre nella sua infanzia fanno
capolino i genitori, i nonni, zii, cugini, vicini, compaesani che con le loro
stranezze riempiono l’opprimente solitudine che accompagna la vita della
bambina.
Ci si affaccia in un mondo che non c’è più caratterizzato da
case con l’orto e il pollaio, passatempi desueti e botteghe di paese dove ai racconti
si mischiano credenze e superstizioni. Potrebbe essere la storia di una
qualsiasi famiglia italiana degli anni ‘70, quando nei paesini si respirava
fiducia e solidarietà e i bambini erano un po’ di tutti.
Tono apparentemente allegro anche si percepisce sempre una
certa malinconia di fondo e un’incolmabile nostalgia.
Nonostante la semplicità, il libro non è per niente superficiale.
Avrei voluto mi tenesse compagnia per più tempo, purtroppo però sono state
sufficienti due sere per terminarlo.
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